5 maggio 2013

Materie Prime Naturali ed Ecologiche. Alta Rosa, Firenze

Buongiorno.

Oggi sono in compagnia della Signora Valeria per scoprire quali siano le materie prime scelte ed utilizzate dall'Atelier Alta Rosa di Firenze per confezionare gli abiti da sposa.



Ci limitiamo a parlare dei tessuti consigliati per la stagione in corso, ovvero la Primavera/Estate, onde evitare che il post diventi una sorta di elenco troppo lungo e dispersivo.
Lasciamo quindi un po' di suspance riguardo le stoffe da preferire nei mesi piu' freddi.




Signora Valeria, avevamo gia' introdotto il discorso a Febbraio, durante il nostro primo incontro. 
Ero rimasta affascinata dalla scelta di base operata dal Vostro Atelier (volete rileggervi gli articoli? Li trovate qui e qui).
Scelta che vi distingue in un mercato ormai saturo di abiti realizzati con fibre sintetiche. Voi invece optate per quelle naturali:
 <Si', le materie prime utilizzate per i prodotti ALTA ROSA sono unicamente fibre naturali, alla base della moda eco-friendly e di prodotti di alta qualità. Queste possono essere di origine animale o vegetale: ma conosciamo da vicino quelle principalmente considerate per gli abiti da sposa>.


  • Origine animale

Seta Buretta: La differenza sostanziale con la seta tradizionale è che nel processo produttivo di questo tipo di filato le larve non vengono uccise. La seta è un filamento di bava che il baco secerne intorno a sé in più strati, a formare un bozzolo in cui portare a termine la propria trasformazione da bruco a farfalla e nel caso della Seta Buretta si attende che la farfalla voli via e si lavorano solo i cascami (è normale quindi la presenza di frammenti di crisalidi).

La seta, propriamente detta, viene prodotta dal "Bombyx Mori", che si nutre esclusivamente di foglie di gelso, mentre la seta prodotta da altri insetti diffusi allo stato selvaggio in Cina, in Giappone, in Africa ed in America, prende il nome di "Tussah", un tessuto bello ma non pregiato quanto la seta.
Sono caratteristiche la sua lucentezza e la capacità di fare da barriera al calore. Tra le molte proprietà di questo filato oltre al risvolto di tipo animalista, vi è quella di scudo nei confronti dell’inquinamento elettromagnetico (per cui oggi se ne consiglia l’uso di indumenti)e vi sono gli effetti benefici su pelli arrossate o infiammate e sensibili, poichè la fibra è intrisa dell’olio di protezione del baco.



  • Origine vegetale

- Lino: Il lino si ottiene dalla lavorazione della corteccia dalla pianta del "Linum Usitatissimum", della famiglia delle Linacee, originaria dell’Egitto e dell’Asia Minore.
Conosciuta fin dai tempi antichi, ai tempi dell’Impero Romano l’uso del lino si diffuse in tutta Europa.
La lavorazione del lino è una delle più rispettose dell’ambiente. Questa fibra, freschissima e adatta soprattutto ai climi più caldi, ha un’ottima capacità di assorbire l’umidità, è più resistente e più lucente del cotone e non provoca allergie.


- Canapa: La pianta della canapa, una pianta erbacea con alto fusto (da 2 a 6 metri), deve essere sottoposta a macerazione prima delle operazioni di filatura e tessitura.
La crescita è spontanea in una vasta zona che va dal basso Danubio alla Cina ed è coltivata in tutte le regioni a clima temperato. Tra le specie coltivate, è stata una delle poche conosciute fin dall’antichità sia in Oriente che in Occidente. In Cina la sua lavorazione iniziò nel III millennio a.C. per fabbricare corde e tessuti, e più di 2000 anni fa è servita per fabbricare il primo foglio di carta.
Nel Mediterraneo già i Fenici usavano vele di canapa per le loro imbarcazioni, mentre nella Pianura Padana veniva coltivata per la fibra tessile fin dall’epoca romana.

L’Italia all’inizio del ’900 ne incrementa e ne sviluppa la coltivazione fino ad arrivare negli anni ad essere il secondo maggior produttore al mondo (dietro soltanto all’Unione Sovietica). Da sempre la varietà italiana è stata riconosciuta come produttrice della miglior qualità di fibra tessile per indumenti, soprattutto per la sua robustezza.

La canapa è inoltre un prodotto molto interessante dal punto di vista strettamente ambientale, poichè è dotata di notevoli capacità di adattamento nei confronti del clima e del terreno e di una rusticità che la rende particolarmente resistente ai parassiti: il canapaio ripulisce il terreno dalle erbacce e impedisce l’effetto costipante della pioggia sul suolo, migliora l’aria che respiriamo (è la pianta più efficace nel trasformare l’anidride carbonica in ossigeno) e inoltre un impianto fitto soffoca le infestanti rendendo non necessario il trattamento con diserbanti.

In Italia la canapa è stata, per un periodo, proibita per legge, poichè veniva identificata con la variante "indica", che è la base per la marijuana, divieto però poi rimosso.
Tra le varie proprietà, oltre a proteggere dai raggi UV, è termoregolatrice, per cui è confortevole in tutte le stagioni.


- Ramie: Di provenienza asiatica, il ramie (Boehmeria Nivea) appartiene alla famiglia delle urticacee e dalla corteccia (stelo) si ricavano le fibre tessili.
Somigliante alla pianta di ortica (della stessa famiglia), non presenta la medesima seghettatura delle foglie, bensì delle ampie foglie a forma di cuore, bianche e pelose nella parte inferiore.

Il ramie è stato utilizzato fin da tempi molto antichi e coltivato in Cina per molti secoli. Il Brasile ne cominciò la produzione verso la fine degli anni trenta, raggiungendo il culmine nel 1971.

La competizione con fibre tessili alternative, quali quelle sintetiche, ha significato una forte diminuzione della produzione. Il ramie è una delle fibre naturali più forti ma possiede poca elasticità ed è in qualche modo rigida. Le sue fibre lunghe e fini sono naturalmente bianche e brillanti con un’apparenza quasi serica.
La fibra ha una struttura rigida molto simile al lino, ma ha maggior robustezza, minor costo ed è più porosa con una capacità di assorbimento migliore, è più morbida e più facile da tingere.
Grazie all’elevata capacità di assorbimento, il ramie è particolarmente gradevole da indossare durante la stagione calda.
Altre proprietà includono la resistenza agli alcali, alla decomposizione, alla luce ed alla muffa.




  • Fibre vegetali da seme

- Cotone organico: Il cotone è una fibra leggera e robusta allo stesso tempo; non protegge dal freddo come la lana, ma protegge dal caldo, specialmente se si indossano vestiti in cotone bianco.
Dopo il lino e la lana, il cotone è la fibra tessile più antica.

Per la coltivazione del cotone vengono utilizzati più agenti chimici che per qualunque altra: occupa il 3% delle superficie agricole nel mondo e consuma il 36% della produzione chimica agricola.
Una volta raccolto, il cotone viene sottomesso a innumerevoli trattamenti: per sbiancarlo, poi colorarlo, ammorbidire, filare, e trasformare. Come ultimo trattamento il cotone viene impregnato di antimuffe, di anticrittogamici, ed ognuno di questi passaggi fa uso di sostanze chimiche.

Al contrario, il cotone da coltivazione biologica è privo di sostanze sintetiche e chimiche dannose per la pelle, ed è totalmente naturale, rinnovabile e biodegradabile.
Le lavorazioni effettuate sono unicamente meccaniche e non chimiche, pertanto non contiene agenti chimici allergenici, cancerogeni o tossici.
Resistente al tempo, è fresco, comodo e traspirante e dona una piacevole sensazione di morbidezza e benessere.










Io resto incantata davanti alla volonta' di sovvertire certe - brutte - abitudini che prendono piede in sordina con il tacito benestare di tutti.






E nonostante vengano proposti con insistenza abiti, calzature, borse, nei tessuti piu' disparati - anche da firme blasonate - io continuero' a cercare altro.















Perche?
Perche' sarebbe ora di ricominciare - a partire dalle Grandi Firme del panorama della moda italiana ed internazionale - a rispettare il cliente che indossando un capo o un accessorio conferisce al proprio "ego" un'immagine che, al primo impatto, puo' fare la differenza.

Insistere nel voler utilizzare materie prime sintetiche, ovvero insistere nel voler pagare un metro di tessuto una vera e propria inezia, non aiuta certo a far si' che i capi siano alla portata di tutti.
Se si volesse davvero venire incontro al mercato - soprattutto in un momento come questo di sobrieta' e di razionalita' nella spesa - si dovrebbero forse rivedere le spropositate percentuali di royalties e di guadagni che fanno si' che i prezzi siano assolutamente ingiustificati vista la qualita' ormai inesistente.


E io, anche se sono tra le poche fuori dal coro, attraverso il mio umile blog desidero dar voce a Chi, come le protagoniste dell' Atelier Alta Rosa, opera in maniera differente.
Paola

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